Presentazioni

Presentazioni di Ajd Rassell Gallo e contributo critico del Dott. Paolo Levi

La vera storia di una Furoris d’amore: a Jesus

Sul tratto religioso da Caserta Vecchia a Furore

“alla Sacra Patria G.Napolitano, alla Santa Sede Benedetto XVI”

Furoris è la lunghezza d’onda oltre ogni barriera dei sensi.
Dio, energia che muove ogni “oceano d’amore”, di principi e forme di tutto l’universo, si esprime con potenza indescrivibile, richiamando a “Sé” tutti quelli che sentono forte la potenza della luce nella propria “anima”.
Quando è onda del mare si abbatte contro la scogliera del “male”, sommerge l’inganno e condanna l’ingiuria. Le maree portano alla luce tutte le perle dell’anima e con esse il mistero svelato dell’intero universo.
Nell’entrare in esso, scopro nuovamente il “dolore” che conduce alla suprema luce.
Il ciclo pittorico si completa con la stessa esasperazione luminosa. Il dolore è nell’amore, passione che si fonde e nuovamente si propaga nello stesso universo, espandendolo all’infinito.
Con il ciclo “Il Trionfo degli Oceani e della Luce nel Regno della Furoris” (dal Tirreno all’Adriatico) annuncio amor supremo d’Oriente e d’Occidente in una sola furia d’amore e di principi su tutte le coste del mondo, unione di ogni cosa creata; con “I Tesori delle Maree” svelo la potenza della creazione cosmica in simboli semplici, realtà fisiche e metafisiche in costanti vitalità metanamorfiche; con “Jesus for the world” (quando il divino parla all’anima) intendo fare ascoltare il dolore potente della carne prima di oltrepassare il velo celeste che deforma ossa, tessuti e muscoli in un intreccio, come una candela, il suono esplosivo della luce.
È la spinta del dolore a dare luce all’intero corpo e essenza energetica nuovamente all’universo. Come un lungo e perpetuo respiro, l’uovo cosmico si espande, rigenera e ricrea all’infinito sempre nuova vita. Il “Signore Iddio” mi ha condotto a Furore come una perla sulla spiaggia, depositando la mia anima nella sua conchiglia e terra d’amore.
Quindi, descrivo con l’immagine simbolica ricca di “sensi” concetti allusivi e deduttivi la “verità vissuta”, forgiata dal dolore e pronta da mostrare al mondo l’opera di una “Furoris” senza limiti di tempo.
Questa è la vera storia di una metanamorfosi di un’anima che ha voluto seguire il “Sultano dei Sultani” a tutti i costi.
Con la speranza che “vive dentro” voglio invocare l’intero mondo ad abbandonare “mode inutili” e a tutti i popoli auguro la “luce di Jesus” con amore in tutte le forme perpetue e contigue della vita.

I King del Chan
Molti artisti dipingono la forma alludendo contenuti che si rivelano dei veri “tormenti”. L’arte non è solo pittura, non è forma tridimensionale, bensì forza che sbalza con potente dinamismo, energia che deve raggiungere un stato di purezza e sacrificio che conduce al “senso supremo”. Non è una trappola ma liberazione, catarsi, esplosione che quando s’incontra con la materia (che nel caso di un pittore è il colore a dominare un supporto) la forma, l’immagine è il risultato di un cammino giunto a conclusione per divenire altro.
Quando il sacrificio raggiunge l’anima, il commento lo si fa con Dio. Gesù è la prova più alta!
Dio o Indra nel tempo, nei secoli ha viaggiato dentro la “carne” di uomini sensibili, forti e sicuri della sua grande potenza luminosa, li ha dotati di grande pazienza e perseveranza. Egli ha sentito l’amore scolpito dentro la mia anima dicendomi: “Figlio mio, parla di me nel mondo, porta la mia immagine laddove stentano il colloquio con i popoli. Il tuo colore è l’involucro del mio “Spirito”. Quella luce è il calore che esplode dal tuo corpo”.
Il nome che mi donò “Ajd Rassell Gallo” significa sentiero dell’obbedienza, principio e atto di fede che si mostra al mondo. Ho aperto il diaframma della mia anima e fatto uscire, dopo un lungo viaggio, tutta la luce del divino (il colore) come sacrificio carnale al “Re dei Re”.
Rilascio al mondo questa “pittura italiana” con tutta la gioia e l’onore di servirlo, straziandomi di piaceri, in questo tempo, di dare forma a tutto “Se stesso” continuamente.
(A coloro che attendono il Messia: Egli è Gesù in terra e nei cieli Dio, il supremo creatore di tutte le vite).
Ai miei fratelli d’Oriente e d’Occidente auguro una felice e immensa gioia in questo “oceano d’amore”.

Lo scriba visivo italiano
Raid Roel-Ajd Rassell Gallo

Contributo critico a cura del Dott. Paolo Levi

Quello che deve più interessarci nella ricerca pittorica e plastica di Ajd Rassell Gallo è la sua collocazione nell’arte figurativa moderna. Egli è artista di un surrealismo lontano nel tempo, quello di un Andrè Masson che, come molti suoi colleghi francesi, era sensibile alle religioni d’Oriente, soprattutto a quella brahmista. Rassell Gallo non ripete mai se stesso. Le sue costruzioni visive, che chiamerei “metanamorfiche” presentano tre elementi fondamentali: l’armonia del costrutto, la qualità del pigmento e il virtuosismo del segno.
Il suo è un surrealismo, con attinenza allo spirituale, in contrasto con le correnti razionali del XX Secolo, che guardano al costruttivismo come a una meta sublime. Gallo interroga la natura, l’affronta in un sistema di apparenze dinamiche e visivamente mutanti.
Tutta la ricerca di questo pittore è visionaria, ma estremamente lucida nel risultato pittorico-narrativo. Guidato da una forte spiritualità, egli è cosciente che la dimensione dell’inconscio non è, per se stessa, una dimensione estetica ma, estatica. Egli crede nell’unità di immanenza e di trascendenza, e non nell’introspezione psicanalitica. Non si può, d’altra parte negare che la sua ricerca pittorica trasmetta un’inedita bellezza, che saremmo tentati di definire “inafferrabile”.
Bellezza come quelle che si ammira in certi fiori o farfalle. Per entrare nel mondo delle sue immagini bisogna comprendere il suo comportamento di artista “maitre à penser”, che esplica un’attività estremamente alacre: ama manipolare la forma e, nella sua versatilità, credo sappia tenere simultaneamente occupati le mani, gli occhi, la mente.
Nella sua sintassi di essenza classica ha assimilato l’apporto di un colto dialogo con se stesso. Questo lo ha portato negli anni a una limpida scrittura, a una rappresentazione del vero affrontato in chiave “metanamorfica”, dove la complessità del segno innalza il messaggio poetico, che trasmette, ogni volta, un leggero, piacevole turbamento.

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